
Se c’è una cosa, nella mia vita, che credo di aver fatto veramente male, questa è stata il trasloco.
È con questa frase che Camilla Boniardi, in arte Camihawke su Instagram, inizia il suo romanzo intitolato “Per tutto il resto dei miei sbagli”.
Su questo libro è possibile leggere molte recensioni sparse per il web, alcune delle quali molto critiche e con opinioni piuttosto negative. Non trovandomi d’accordo con loro, ho deciso di scrivere anche io la mia opinione, spiegandovi cosa mi ha fatto apprezzare questo romanzo e ciò che mi spinge a consigliarne la lettura.
“…quale raro e meraviglioso allineamento astrale.”
La prima cosa che ho pensato leggendo queste recensioni è stata: “ma abbiamo letto lo stesso libro? Forse si sono sbagliati con un altro”. Poi come seconda cosa ho pensato: “ma cosa si aspettavano di leggere? La Divina Commedia, i Promessi Sposi oppure Romeo e Giulietta?”
Io nel mio piccolo mi sento di ringraziare Camilla per averlo scritto, anche se non è a livello dell’Iliade di Omero.
… passo sempre a domandare quale sia il libro preferito, così da poter subito depennare, con tratto deciso e grassottello, tutti quelli che fieri rispondono Il Piccolo Principe. Io detesto Il Piccolo Principe. Probabilmente all’inferno ci sarà un girone creato apposta per me e per tutti coloro che lo boicottano…
Dopo tanti mesi difficili e un “temporale” che sembrava non finire mai, avevo bisogno di una BOCCATA D’ARIA, avevo bisogno delle sue parole, avevo bisogno di questo libro. Mi sono talmente riconosciuta nella protagonista e in tanti suoi comportamenti, che mi sono sentita completamente coinvolta.
L’autrice stessa in un’intervista dichiara: “Volevo lasciare una punta di ottimismo, una sensazione di speranza chiaramente limitata ai rapporti amorosi, volevo che la sensazione finale fosse di serenità, di prospettive di un futuro con possibilità di felicità”.
E in fondo ci sei riuscita Camilla, a farmi sentire meno sola, meno inadeguata, a farmi pensare “beh dai, allora non sono l’unica ad avere certe fisse mentali, non sono l’unica a pensare di avere problemi insormontabili, non sono l’unica ad avere paura.”

La nostra protagonista è Marta, una ragazza costantemente in conflitto con sé stessa, sempre con questo senso di INADEGUATEZZA, con la sensazione di non essere mai ABBASTANZA, in tutto.
Mai abbastanza all’altezza delle situazioni, mai abbastanza interessante, mai abbastanza idonea. Le sue insicurezze prevalgono e condizionano i suoi comportamenti, al tal punto da modificare tutto di lei, pur di sembrare la persona che gli altri vorrebbero. Questo lo si può riscontrare soprattutto nei suoi rapporti amorosi:
Vivevo ogni mia relazione nel costante timore di non essere abbastanza affascinante, abbastanza intelligente o bella o simpatica o culturalmente impegnata per lo standard cui mirava il compagno di turno.
La sua storia con Dario ci fa capire come ci si può sentire davvero insicuri tante volte, a tal punto da sentirsi in dovere di cambiare il nostro modo di essere per sentirsi accettati.
Le conseguenze di questa mia insicurezza cronica erano disastrose. Modificavo il mio gusto nel vestire, il mio modo di parlare, perfino le mie frequentazioni subivano cesure drastiche, tutto pur di sembrare quella che non ero: ogni volta diversa, ogni volta sfiduciata.
Una figura importante nella vita di Marta è la sua amica Olivia, il suo opposto, il suo contraltare, è in grado di compensare le sue mancanze, riesce a controbilanciarla. La sprona a fare cose che da sola non avrebbe mai avuto il coraggio di fare, l’ascolta e la capisce al volo, senza dover dare tante spiegazioni.
… non avrei mai avuto il coraggio di varcare i cancelli del locale senza qualcuno che sapesse sciogliere la mia agitazione e incoraggiare la mia timidezza.
L’amica che tutti noi vorremmo avere, su questo non c’è dubbio. L’AMICIZIA col tempo diventa davvero importante, bisogna imparare a scegliere con attenzione e accuratezza.
Sono quelli che mi hanno voluto bene gratuitamente, che mi hanno riservato uno sguardo critico prezioso. Sono state presenze costanti e non distratti viaggiatori, compagni fedeli che hanno deciso di scegliere e accettato di essere scelti. Il parere di un amico, di questo genere di amico intendo, assume un peso specifico importante.
Ma il tema principale di questo libro è l’AMORE. Non sono mai stata amante di questo genere, anzi, tutto l’opposto, datemi un libro giallo tra le mani e sarò contenta. Nonostante questo, ogni tanto mi piace anche spaziare e allontanarmi dalla mia comfort zone. In questo caso parliamo di un amore quasi di altri tempi, che Camilla definisce “medioevale”, risultando in forte contrasto con la percezione che hanno le nuove generazioni, in un’epoca dove tutto scorre veloce, dove non si è più abituati a corteggiarsi, a parlarsi, a dare importanza a tante piccole cose.
Nel romanzo, Marta e Leandro, si concedono del tempo per conoscersi, scoprirsi e comprendersi. Complice anche la distanza che separa i due protagonisti, tutto questo sarà possibile. Passeranno mesi a scambiarsi mail nel cuore della notte o al mattino appena svegli, momenti in cui condividere tante parole, ma anche tanti silenzi, abbracci, sguardi, forze fisiche superiori e coincidenze astrali.
Non c’era mai una fine del discorso, un punto e a capo, sentivo che sdraiati su quel fianco eravamo un continuo e inarrestabile fluire, affamati e curiosi dei nostri reciproci racconti. Lo ascoltavo attenta, mi arrampicavo tra le sue parole, me le attorcigliavo tutte quante addosso, come gioielli preziosi che da tempo bramavo di indossare.
Un passaggio molto bello che descrive chiaramente il loro rapporto può essere questo:
Sdraiati su quel letto, in quella stanza, mi piace pensare che eravamo come il vaso di Rubin, due profili distinti che per una strana illusione ottica sono però anche i margini di un’unica e indivisibile figura centrale.

Ovviamente non potevano mancare momenti di difficoltà e tristezza per Marta, momenti in cui sicuramente il lettore si può ritrovare. Quando le paure, le insicurezze e soprattutto l’influenza del passato non ti aiutano affatto.
Disse anche che gli avanzi di passato, quando hanno il potere di condizionare il presente, sono nemici insidiosi e subdoli, e bisogna dare loro il giusto tempo per scomparire, se no si rischia di ritrovarseli, come erbe infestanti, nel proprio giardino.
Il dolore può diventare davvero un fardello pesante da sopportare.
Il dolore è un sentimento egoista. Mentre lo si attraversa ci si sente incompresi ma soprattutto incomprensibili, è una condizione che gioca sempre al rialzo, pare che nessuno ti possa capire perché tanto, quanto soffri tu, non ha mai sofferto nessuno.
Ma tante volte bisogna avere anche un po’ di coraggio!
…dovevo abbandonare la strada vecchia per la nuova, fare un salto nel buio convincendomi che sentire dolore nell’atterraggio sarebbe stato comunque meglio di non sentire mai nulla per l’intero volo.
Il tempo può essere davvero un nostro alleato e alla fine in qualche modo tutto si sistema.
Quello che invece accade, mi sembra, è che dopo un po’, anche se nessuno sa dire quanto, ci si dimentica di aspettare che passi, e alla fine passa.
Un altro tema che viene affrontato nel romanzo e in cui mi sono riconosciuta pienamente, è la Sindrome dell’Impostore, (ho scoperto chiamarsi così). Questa condizione porta le persone a non sentirsi degne o meritevoli dei propri successi e a sentirsi mediocri in tutto. Voler fare cento cose, ma non eccellere in nessuna e di conseguenza sentirsi poi perennemente inadeguati in ogni cosa che si fa. Ecco, questa sono io, presente!
…ho brancolato nel buio per anni chiedendomi come mai, a differenza delle mie coetanee, amassi l’idea di fare tante cose, tutte sempre diverse, senza che coltivarne una impedisse alle altre di fiorire.
Infine volevo condividere con voi un passo del libro che mi ha particolarmente colpita, in cui Leandro racconta una storia, la “Storia del Pianoforte“, così l’ho rinominata, di cui vi lascio solo un piccolo assaggio.
Questa fu la storia che mi raccontò Leandro, di quando si portò a casa quello strumento, anche se era scordato, perché sperava che un giorno anche lui, con la promessa di un bacio, avrebbe imparato a suonarlo per bene. […]
<<Ma allora poi cosa ti prometto per farti imparare a suonare?>> […]
<<Che rimarrai con me per i prossimi quarantacinque anni, come ha fatto Angela>>
<<Guarda che quarantacinque sono tanti.>>
<<Non sarà facile, ma ci posso provare.>>
Per ultime, ma non meno importanti, vi lascio con due frasi che ho sottolineato con la mia matita, così da poterle rileggere un giorno, che mi hanno fatto pensare a una persona per me speciale.
…mi era bastato incrociare di nuovo il suo sguardo per capire che di lui desideravo ancora tutto, visceralmente, come una maledizione che non ero ancora riuscita a sciogliere.

Più precisamente la vorrei accanto per il resto dei miei giorni, ma soprattutto dei miei sbagli, perché certamente ne commetterò mille altri, ma non voglio doverli risolvere senza lei al mio fianco.
Vi ringrazio per essere arrivati fino alla fine di questa mia recensione. Se avete già letto il libro sono curiosa di sapere anche la vostra opinione, mentre se non lo avete ancora letto vi consiglio di farlo, vorrei che poteste dargli almeno una possibilità.
E come sempre, quando qualcosa prende la giusta direzione, il percorso si illumina e , per luce riflessa, anche tutti gli altri angoli bui della tua vita si dimostrano meno angusti di come sembravano in origine.
<<E questo è tutto, credo.>> [cit. Camilla Boniardi]
Alla prossima recensione!
La vostra Kate.