Quel che affidiamo al vento - Laura Imai Messina
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Quel che affidiamo al vento – Laura Imai Messina

Quel che affidiamo al vento - Laura Imai Messina

Il Telefono del Vento non è una meta turistica. Non cercatelo sulla mappa. Non allungate il passo fino a Kujiira-yama a meno che non abbiate intenzione di alzare la cornetta di quel pesante apparecchio e di parlare con chi avete perso. (Cit. Laura Imai Messina)

Prendete un po’ di vento, un immenso giardino, una cabina telefonica con un telefono senza fili, una montagna, un pizzico di dolore, una spolverata di delicatezza e fragilità, e per finire coraggio e resilienza.
Mescolate il tutto ed otterrete un libro morbido e con un sapore intenso.

Yui e Takeshi scoprirono nel tempo che il Telefono del Vento era come un verbo che si declinava diverso per ogni persona, che i lutti si somigliavano tutti e, insieme, non si somigliavano affatto.

Dopo tantissimi mesi, finalmente sono riuscita a dedicarmi del tempo. Solo io e la natura. Ho deciso che era il momento di ritornare a leggere come facevo un tempo, appassionata e senza distrazioni. Infatti sono riuscita a finire “Quel che affidiamo al vento” in un giorno e mezzo. Sono felice perché finalmente sono riuscita a leggere un libro tutto d’un fiato potrei dire.

Era convinta anche lei che le parole, quelle che si sentivano o leggevano (non per forza nella Bibbia ma ovunque), venivano alle persone per caso, ma non senza un intento.

Rilassarsi con una tazza di tè e un buon libro

Il primo libro che ho letto di Laura Imai Messina è stato “Le vite nascoste dei colori“, qualche mese fa. Mi era piaciuto tantissimo e devo dire che anche questa volta Laura non mi ha delusa. La bravura e la delicatezza con cui affronta certi argomenti è disarmante. Mentre lo leggi non riesci a capire se essere triste o meno, hai dei sentimenti contrastanti in alcuni momenti. “Quel che affidiamo al vento” riesce a regalarti degli insegnamenti profondi e degli spunti di riflessione interessanti.

Da bambini la felicità la si percepisce come una cosa. Un trenino che spunta da una cesta, la pellicola che avvolge una fetta di torta. […] Da grandi si fa tutto più complicato. La felicità è il successo, il lavoro, un uomo o una donna, tutte cose sfumate, laboriose. […] Ecco, pensò ora Yui, l’infanzia insegnava invece un’altra cosa, cioè che bastava allungare la mano nella direzione giusta e la si sarebbe ottenuta.

I capitoli sono corti, la cosa che preferisco, e sono intervallati da piccoli pensieri o frasi che descrivono un determinato momento o specificano qualcosa dei personaggi per conoscerli ancora meglio. Questa cosa l’adoro, l’ho ritrovata anche in “Le vite nascoste dei colori” e ho molto apprezzato che anche qui ci fossero.

Alla fine del libro troviamo sempre un bellissimo ed utilissimo glossario con tutte le parole giapponesi che si incontrano durante la lettura e la loro relativa spiegazione. Molto utile per approfondire la cultura giapponese e conoscere qualche curiosità in più.

Quel che affidiamo al vento - Laura Imai Messina
Quel che affidiamo al vento – Laura Imai Messina

Da bambina, per dire, mi ha fatto capire che le cose ci sono anche quando non le vediamo, che le persone che spariscono dal quotidiano non è detto scompaiano del tutto, anzi[…]

Per concludere, come dice anche l’autrice stessa, il Telefono del Vento non è un’attrazione turistica, quindi non avvicinatevi con macchine fotografiche o cellulari, aprite solo il vostro cuore e cullatelo, lasciate che si apra.

E voi? Lo avete un posto dove curare il dolore?

A me l’idea di questo telefono senza fili affascina moltissimo. Credo che potrebbe davvero essere utile per tanti.

In fondo era quanto ci si augurava per tutti, che un posto dove curare il dolore e rimarginarsi la vita ognuno se lo fabbricasse da sé, in un luogo che ognuno individuava diverso.

Fatemi sapere nei commenti se lo avete letto anche voi e cosa ne pensate di queste parole.

Vi voglio lasciare con una citazione della psicoterapeuta americana Virginia Satir (1916-1988) che trovate all’interno del libro e che mi è piaciuta moltissimo.

Recita così :《 We need four hugs a day for survival. We need eight hugs a day for maintenance. And we need twelve hugs a day for growth》.
《Abbiamo bisogno di quattro abbracci al giorno per sopravvivere. Abbiamo bisogno di otto abbracci al giorno per stare bene. E abbiamo bisogno di dodici abbracci al giorno per crescere.》

Alla prossima recensione!

La Kate.

8 pensieri su “Quel che affidiamo al vento – Laura Imai Messina”

  1. Sai ho provato a leggere questo libro qualche mese fa ma non sono riuscita ad andare oltre qualche pagina.. non era il suo momento e ho preferito riporlo piuttosto che leggerlo e magari non apprezzarlo. Il mio posto per curare il dolore è il mare💙

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  2. A me è piaciuto molto. Trovo che l’autrice ha davvero un tocco delicato. La seguo anche sui social ed i suoi brevissimi racconti delle giornate, delle strade di Tokio, delle abitudine di questo popolo lontano ed a volte così vicino, mi affascinano nel profondo. Ho letto anche Le vite nascoste dei colori e Tokio tutto l’anno. Ma il romanzo che racconti tu è il mio preferito.

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